Storia sino al 1866
(dalle origini all’annessione al regno d’Italia)

Periodo: X-VI secolo a. C.
Descrizione sommaria: il primo impianto sembra essere paleo veneto.

Il territorio su cui nacque la primitiva Adria, paludoso e circondato dai fiumi e dal mare, dava la possibilità alle popolazioni più antiche di un tipo di insediamento su palafitte, di cui sono state effettivamente trovati resti negli strati più profondi raggiunti dagli scavi archeologici.


Periodo: VI – III secolo a. C.
Descrizione sommaria: Adria comincia a diventare un centro importante dopo l’occupazione dei Greci (VI secolo a. C.) che ne fecero l’emporio maggiore ed il nodo di smistamento delle merci per la pianura Padana.

Nel IV secolo a.C. Adria diviene colonia di Siracusa e quindi centro di penetrazione dorica nel Delta.

Adria ebbe stretti contatti con gli Etruschi e fu certamente occupata dai Galli a cominciare dal III secolo a.C., come sembrano indicare i ritrovamenti di tombe a inumazione galliche.

Contatti commerciali, prima e durante il periodo romano, Adria li ebbe con l’oriente ellenistico ed Alessandria, come testimoniano le ceramiche e, soprattutto, i vetri lavorati trovati nel suo territorio.


Periodo: III secolo a. C. V secolo d. C.
Descrizione sommaria: fra il III e II secolo a.C. Adria diventò colonia continuando ad essere municipio notevole per i suoi commerci.

Nei secoli seguenti andò sempre più perdendo importanza, soprattutto a causa del progressivo interramento del Delta che la allontanava dal mare.

Già nel I secolo d.C. per raggiungere la città era necessario percorrere un canale navigabile che la univa al mare.


Periodo: 400 – 1200
Descrizione sommaria: nel V secolo d.C. Adria divenne centro della giurisdizione ecclesiastica.

Dopo le invasioni longobarde Adria, protetta dalla laguna e dai confini naturali segnati dal Po e dall’Adige, rivestì una notevole importanza come castello militare e centro commerciale dell’esarcato.

Il suo ruolo diminuì quando le successive inondazioni e le modificazioni della fisionomia territoriale indotte dal Po ne fecero sempre più un nucleo abitato fra paludi deserte ed infeconde.

Lentamente anche le strade romane che la collegavano con la valle Padana divennero, come il porto, un ricordo e di questa a conservare una qualche importanza fu la via Popilia, ormai diventata via Romea in quanto percorsa per lo più dai pellegrini diretti a Roma (“romei”).

Caduti l’Esarcato e la potenza bizantina, Adria si avviò a diventare, nell’VIII e IX secolo, feudo vescovile sempre più indipendente da Ravenna.


Periodo: 1200 – 1797
Descrizione sommaria: l’autorità vescovile nei due secoli successivi venne contrastata e lentamente soppiantata da quella del Comune.

Adria ebbe un’organizzazione comunale fino alla metà del XIII secolo quando gli Estensi vi installarono un loro rappresentante, detto prima giudice e poi visconte.

La visconteria di Adria restò autonoma di fronte all’espansione veneziana in terraferma.

Passò a Venezia solo agli inizi del XVI secolo con una dedizione spontanea.

All’epoca Adria, cessati da tempo i floridi commerci, era poco più di un villaggio spopolato e malarico.

Venne salvata da sicura decadenza dalle bonifiche culminate nel 1600 in un’opera di assestamento idraulico compiuta da Venezia e detta “il taglio di Porto Viro”.

Da allora ebbe inizio una lenta ripresa.


Periodo: 1797 – 1815
Descrizione sommaria: le idee della rivoluzione francese portate da Napoleone non furono nel complesso accolte con favore dagli adriesi ed in modo particolare da coloro che avevano conseguito di recente da Venezia il titolo nobiliare per timore di perderlo.

Il 13 maggio 1797 il generale Gianbattista Rusca, designato al comando del territorio polesano ed adriese, giunse ad impadronirsi con la forza dei pubblici poteri.

Venne istituita la guardia civica ed eletta la nuova municipalità, mentre il territorio di Adria per decreto di Napoleone fu aggregato al distretto di Padova.

Fu, invece, accolta con esultanza l’assegnazione di Adria al dominio imperiale austriaco prevista dal trattato di Campoformio.

Fu istituita dapprima una reggenza provvisoria e successivamente un decreto del 27.2.1798 rimetteva la Città al godimento di quei privilegi e diritti che aveva goduto sotto il leone di San Marco.

Adria non più dipendente da Padova formò una provincia a se.

Dopo Marengo (giugno 1800) i francesi riacquistarono il polesine e quindi anche Adria.

La città fu inclusa nel governo provvisorio e poi nella Repubblica Cisalpina, la Repubblica d’Italia(1802) e nel Regno Italico (1806) in quest’ultimo con il grado di vice prefettura.

Il malcontento che alcuni nutrivano verso i francesi scoppiò in tutto il Veneto nel 1809 con forme incomposte e tali da essere considerate piuttosto che insurrezione atto di brigantaggio.

Anche Adria patì giornate assai cruente.

A capo della rivolta era il sacerdote Carolo Giocoli che da Bellombra comandava gli insorti.

Nella notte tra l’8 ed il 9 luglio numerosi rivoltosi fecero ingresso ad Adria dove aprirono le carceri, si impadronirono delle armi della guardia nazionale ed operarono incendi e saccheggi.

All’episodio seguì la repressione altrettanto brutale e nella quale furono coinvolti molti innocenti vittime di odi privati.

Il Giocoli catturato presso Ferrara venne condannato ai ferri a vita.

Il periodo napoleonico introdusse importanti e positive novità: scuole popolari pubbliche e gratuite, soppressione di istituzioni confessionali che gravavano sulla civica amministrazione, emanazione di provvedimenti umanitari ed igienici che la rivoluzione aveva divulgati, introduzione del nuovo codice che contribuirono a risvegliare la coscienza dei diritti e dei doveri del cittadino.


Periodo: 1815 – 1866
Descrizione sommaria: dopo il congresso di Vienna Adria fu inclusa nel regno Lombardo Veneto trovandosi a dipendere dalla Prefettura di Rovigo e venendo a costituire l’estremo lembo sud orientale dello stato.

Grazie soprattutto alla possibilità di maggiori scambi tra le diverse località si sviluppò una identità polesana che ben presto si manifestò anche nel desiderio di sottrarsi al dominio austriaco.

Un covo segreto di carbonari fu scoperto nel gennaio 1819 a Fratta ed al quale, sembra, facessero riferimento anche alcuni cittadini adriesi.

All’arresto dei principali aderenti seguirono decenni di relativa tranquillità politica sino al 1848.

In quell’anno anche ad Adria scoppiò la rivolta anti austriaca a cui fecero seguito alcuni mesi di autonomia amministrativa sotto la guida di un Comitato distrettuale composto da un presidente e da una giunta.

La vicenda ebbe fine il 26 maggio quando gli austriaci ristabilirono l’ordine precedente. Dopo la negativa conclusione della prima guerra di indipendenza e la caduta di Venezia, la pressione austriaca si fece sentire in modo pesante in tutto il Polesine con processi e condanne.

Malgrado la repressione, anche ad Adria come nel resto del Paese, si delinearono due tendenze preminenti ed assai diverse: il movimento mazziniano rivoluzionario e repubblicano e quello cavouriano che disapprovava i mezzi rivoluzionari facendo affidamento sulle arti della diplomazia.

Come reazione ad un clima sempre più lontano dalla libertà diversi giovani polesani e adriesi, attraversarono il Po per andare ad incrementare le file dell’esercito piemontese e di altre formazioni patriottiche (tre adriesi parteciparono anche alla spedizione dei Mille).

Tra questi anche alcuni protagonisti del Risorgimento che, all’indomani dell’annessione del Veneto all’Italia, avvenuta nel 1866, assumeranno nel Veneto importanti cariche. Nel periodo austriaco si registra un considerevole sviluppo della città di Adria.

Vengono eliminate quasi del tutto le abitazioni in canna (che nel 1817 erano 200), chiusi alcuni fossati urbani, consolidati i ponti interni, migliorate le comunicazioni stradali. In questo periodo sono anche aperti l’ospedale (1844), la casa di riposo (1852), il teatro (1816) ed il ginnasio vescovile.

Inoltre Adria rispetto al capoluogo Rovigo può vantarsi di essere sede vescovile, indiscutibile centro di irradiazione religiosa e politica, di un territorio comunale più vasto e di un numero superiore di abitanti tendenzialmente in crescita.

Lo sviluppo fu reso possibile dall’armonia, salvo brevi parentesi ed eccezioni, esistente tra classi dirigenti locali ed Austria.